Durante un’esperienza con ayahuasca le persone possono attraversare molti mutamenti nella percezione. Sebbene questo sia spesso considerato positivo e condurre a comportamenti migliori, il modo in cui queste modificazioni sono gestite è il fattore più importante.
FONTE: https://www.magnetic-movement.com/articles/2017/7/19/when-plant-medicines-lose-the-battle-with-ego
Dopo la cerimonia le persone possono sentire che hanno trovato lo scopo della loro vita o la loro missione sulla Terra. Il sentire spesso sostituisce la concettualizzazione quando le persone usano gli enteogeni. Le persone sentono di aver ‘incontrato Dio’ e che possono lasciar andare il loro pesante carico umano, in favore dell’auto-accettazione. Questo è un sollievo. Possono vedere sé stessi in ‘vite precedenti’, trasformarsi in altri tipi di esseri o di archetipi, o possono perdere la percezione del loro ego.
Questi cambiamenti nella percezione dell’identità possono essere molto utili; ma dobbiamo tenere in mente che sebbene l’ego possa essere scivolato in secondo piano per un po’, probabilmente non si è ‘dissolto’.
L’ego potrebbe essere ancora lì, pronto ad irretirci.
L’esperienza con le piante di potere può portare a un tale livello di sicurezza in sé stessi che può finire per fortificare l’ego – l’esatto opposto dell’intenzione dichiarata da molte persone. L’ego vuole mantenere il controllo, e userà l’esperienza di risveglio a suo vantaggio, se gliene sarà data possibilità. Adyashanti parla di questo fenomeno nel suo brillante libro “La fine del tuo mondo”
L’esaltazione di sentirsi ‘parte di Dio’ può essere inebriante. Non dico che è una sensazione fuorviante o falsa, dico solo che può mutarsi in nutrimento per l’ego umano. Poi, l’importanza personale e l’orgoglio si insinuano: non ci si può sbagliare, non ci sono errori di giudizio… il nostro parere diventa il più rilevante, e la nostra esperienza la più valida.
Ma ho bevuto la medicina centinaia di volte…
I forum sulla medicina sono pieni di queste affermazioni. Il numero di volte che uno ha assunto la medicina non garantisce la consapevolezza sul ‘giusto modo’ di fare le cose, né il diritto ad insistere che ‘gli altri fanno così’.
Non sempre è una questione di quantità. La quantità può essere utile per qualcuno, per approfondire la consapevolezza, ma l’abilità di processare le esperienze più profonde, e il saper mettere in pratica ciò che abbiamo appreso, una volta tornati nel ‘mondo reale’, è il fattore più importante.
Lungo il sentiero della medicina ho conosciuto persone che hanno usato le piante di potere per anni – a volte decenni – ma il loro comportamento sostanzialmente continua a mancare di compassione e di comprensione, ed è ancora pieno di arroganza. La medicina quindi non sta funzionando per loro?
L’ego sciamanico
Ci sono anche sciamani che hanno questo problema, ma con per giunta il problema che sono chiaramente venerati per il loro status. Questo spiega perché certe persone si avventurano nella giungla solo per uscirne fuori ancora più traumatizzate – quando ne escono.
Non deve essere dato per scontato che l’assunzione di enteogeni garantisca l’integrità della persona. ‘L’ego sciamanico’ è lungi dall’essere raro, e ho riflettuto molto su come si manifesta. Il misticismo è molto attraente, e qualcuno ama sentire di ‘essere stato scelto’ dalla pianta. Solo con il senno di poi si potrà dire se era vero o no, dato che non è facile verificarlo dal di fuori.
Fortunatamente ci sono anche molti che sono capaci di una totale integrazione e comprensione degli insegnamenti delle piante, e trasudano genuina umiltà e compassione. Possono non essere sempre perfetti, ma sono abbastanza saggi e compassionevoli da prendersi cura a sufficienza degli altri durante l’esperienza con le piante.
L’ayahuasca sa quando stanno ‘perdendo tempo’?
Le piante di potere sono incredibilmente potenti. Possono portare a vere guarigioni, intuizioni, comprensioni e bagliori di ‘altre dimensioni’ o livelli di realtà. Come può dunque essere così facile lasciarsi sfuggire il nocciolo della questione?
Mi sono chiesto se le piante si rendano conto di quando vengono usate negativamente o senza mettere in pratica le loro lezioni. Le piante di potere sono abbastanza intelligenti da conoscere gli umani a menadito. Se le usiamo (anche inavvertitamente) per fortificare il nostro ego o per i nostri scopi egoistici, possono capire che la nostra coscienza non evolverà grazie a loro? Potrebbe il nostro cattivo esempio far scoraggiare altri dal tentare di risvegliarsi attraverso le piante maestre? Potremmo in questo modo contrastare il loro genuino interesse di aiutare la terra?
Sto speculando ovviamente, ma è sensato per me pensare che le piante potrebbero ‘lavarsi le mani’, rispetto a quelli che non vogliono veramente lavorare con loro.
Oppure potrebbero, per esempio, addirittura incoraggiare l’ego di una persona ad andare così fuori controllo da portarla a fracassare in futuro, come unico modo per fargli capire ciò che la pianta non è stata in grado di insegnargli durante la cerimonia?
quando pensi di aver messo l’ego nel sacco, ti accorgi che l’ego è il sacco
Il ‘vero’ lavoro inizia nel mondo ‘reale’
Chiunque può sentirsi felice, connesso e pieno d’amore durante e dopo la cerimonia. Ma siamo esseri condizionati, che lottano per liberarsi dal peso di emozioni pesanti, ed è spesso questa la ragione che ci porta alle piante di potere.
Diciamo che vogliamo lavorare con i nostri problemi. Diciamo che vogliamo amare tutti. Durante la cerimonia possiamo vedere la nostra oscurità e accettarla. Possiamo vedere la nostra luce e innamorarci di essa. Possiamo sentire che capiamo davvero gli altri.
Poi atterriamo ancora nel ‘mondo reale’ con le sue manie e regole che sembrano in contrasto con tutto ciò che abbiamo visto: gli altri non stanno praticando l’ideale che abbiamo intravisto per un mondo perfetto; possono persino sembrare ostacolarlo… sono irritanti; ‘non ci arrivano’, sembrano inferiori.
Noi siamo quelli che devono mostrargli la via; spiegargli come possono aiutare se stessi. Sappiamo che le piante li aiuteranno! Le piante li trasformeranno proprio nei ‘tipi umani’ giusti per il nuovo paradigma.
L’ironia è che se insistiamo molto in questa direzione, probabilmente non abbiamo imparato abbastanza noi in primis, dalle piante.
Perché l’ayahuasca non mi cura?
A volte le persone vedono che non sono cambiate, o che non sono state curate: le piante possono solo lavorare con chi ha veramente la volontà di farlo.
Possiamo sentirci più confortevoli nel nostro modo di pensare abituale; l’ego è una forza della natura come nessun’altra, quando pensi di aver messo l’ego nel sacco, ti accorgi che l’ego è il sacco. Può costare molta fatica la capacità di smontare schemi appresi nel corso di una vita. Tornare alle piante ripetutamente per avere consigli è molto comune. Ma non serve a niente diventare dipendenti dalle piante di potere se non possiamo integrarle nella vita di tutti i giorni.
La dedizione al lavoro continuo, piuttosto che la ricerca di rimedi rapidi, è ciò che porta a una guarigione duratura. Il modo in cui affrontiamo le sfide di tutti i giorni, quando la cerimonia è una memoria distante, è la vera indicazione del nostro stato, e di quanto lavoro c’è ancora da fare.
Rimane pur sempre il fatto che piante sacre come l’ayahuasca, il San Pedro (huachuma) e i funghi magici possono portarci profonde guarigioni e liberarci dall’interno.
Ma la domanda è, siamo pronti ad accettarlo?

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Intrinseco di significato questo articolo.