Santo Daime feitio

Santo Daime e Ayahuasca sono la stessa cosa?

con decreto ministeriale del 23 febbraio del 2022 il governo italiano ha inserito l’ayahuasca in tabella 1 (leggi qui »). Questo articolo non vuole incitare all’uso dell’ayahuasca ma solo informare, in un’ottica di riduzione del danno, chi ne continui ugualmente a far uso.

Santo Daime, per chi non lo sapesse, è il nome che viene dato all’Ayahuasca dagli appartenenti al movimento religioso omonimo, i quali la assumono come sacramento all’interno dei loro rituali.

di Simona Adriani

La religione del Santo Daime è nata in Brasile intorno agli anni ’30, dall’incontro delle popolazioni di lavoratori meticci del caucciù con le tradizioni indigene dell’ayahuasca. Le parole Ayahuasca e Santo Daime vengono per lo più usate come sinonimi dalla maggior parte delle persone che si interessano agli enteogeni e alle piante maestre.

Ma non dagli appartenenti alla Chiesa del Santo Daime stessa.

Si potrebbe benissimo liquidare la questione dicendo che la composizione chimica, da un punto di vista farmacologico, è la stessa, quindi le due preparazioni sono la stessa cosa.

Tuttavia questo sarebbe riduzionismo scientifico e materialista, e l’Ayahuasca stessa ci insegna che questa è solo una delle numerose chiavi interpretative della realtà. Che è molto più ricca e sfaccettata. E interessante.

Ayahuasca e Santo Daime al microscopio

Quindi una prima risposta può essere: si, se guardiamo le due bevande dal punto di vista farmacologico e chimico, possono essere considerate la stessa cosa. Sempre che per Ayahuasca si intenda la bevanda derivata dalla cottura esclusivamente delle foglie di Chacruna (Psychotria Viridis) e della liana della Banisteriopsis Caapi (che è il nome scientifico dell’Ayahuasca), senza l’aggiunta di altri ingredienti.

Perché sappiamo bene che molte ‘ricette’ dell’ayahuasca prevedono l’aggiunta o la sostituzione di alcune piante (quando va bene, sono piante o elementi di origine vegetale, quando va male sono ingredienti di sintesi). Se invece non facciamo questa precisazione la cosa si complica, perché non potremmo neanche sostenere l’uguaglianza chimico-farmacologica.

Quando parliamo di Ayahuasca infatti ci possiamo riferire con questo termine a molte ricette tra loro simili, comprendenti varianti in cui possono venire introdotte di volta in volta quantità diverse di varie specie di piante. Da vari tipi di Brugmansia (di cui fa parte la pericolosa Datura), al tabacco rustico, o altre piante medicinali della tradizione amazzonica, di cui spesso solo lo sciamano è a conoscenza.

Quando parliamo di Santo Daime invece ci troviamo sempre di fronte alla stessa ricetta, poiché la preparazione del Santo Daime è rigorosamente controllata e segue regole ferree.

Gli effetti dell’Ayahuasca e del Santo Daime

Se poi ci si addentra nel campo degli effetti procurati dai decotti in questione, si entra nello spazio più controverso.

Ancora una volta da un punto di vista farmacologico, biologico, tossicologico, gli effetti possono essere definiti come uguali (prendiamo per buono che stiamo comparando sue preparazioni farmacologicamente uguali).

Ma noi sappiamo bene che l’Ayahuasca, come principale effetto, ha quello di ‘aprire le porte della percezione’, ‘allargare lo stato di coscienza’, permettere alle nostre capacità cognitive e sensoriali di aprirsi ed espandersi, fino a percepire elementi della realtà che normalmente ci rimangono celati.

E qui entra in gioco un aspetto non quantificabile e non misurabile degli effetti dell’Ayahuasca, che potrebbe giustificare gli adepti del Santo Daime quando dicono che loro “non bevono Ayahuasca, ma Santo Daime”.

Questa apertura sugli ‘altri mondi’, sui mondi invisibili – che è quella che ci permette di dire che quando beviamo Ayahuasca entriamo in contatto con entità, con angeli o con demoni, che abbiamo intuizioni che ci aiutano a comprendere meglio noi stessi, il nostro rapporto con il mondo e tutta la realtà che ci circonda – non è neutra. I mondi spirituali, i mondi invisibili, le entità e gli esseri che li abitano, non sono qualcosa di asettico, predefinito, uguale sempre e in ogni luogo. Non li possiamo definire e descrivere una volta per tutte come facciamo con le sostanze chimiche che alterano i neurotrasmettitori del nostro cervello.

il Cruzeiro del Santo DaimePer spiegare questo concetto, immaginiamo che un essere di un altro pianeta arrivi sulla terra, entrando da un’apertura dimensionale, che potrebbe essere proprio una metafora esatta di quello che avviene quando beviamo noi l’Ayahuasca e ci avventuriamo negli ‘altri mondi’.

Questo essere si potrebbe ritrovare, a seconda delle coordinate di ingresso nel nostro pianeta, in una strada di una grande città; o in aperta campagna circondato da prati e fiori; o in mezzo allo scenario di una guerra; o dentro una chiesa durante una funzione religiosa.

Ovviamente la sua esperienza, gli effetti di questo ‘viaggio’ attraverso il buco dimensionale, sarebbero molto diversi.

L’influenza Cristiana nel Santo Daime

Allo stesso modo un’esperienza con l’ayahuasca non è condizionata solo dalla struttura chimica di quello che ingeriamo, ma anche dalla struttura energetica che abbiamo creato intorno a noi nel momento dell’assunzione, e che manteniamo per tutto la durata del viaggio: poiché quella sarà ciò che determina verso quali mondi apriremo il varco. E con quali abitanti di questi mondi entreremo in contatto.

Per questo in tutte le tradizioni magico-religiose viene data così tanta importanza al rituale, alla preparazione del luogo del culto, alla recitazione di formule, invocazioni, alla preparazione e allo stato d’animo con cui i fedeli partecipano al rituale.

Perché nel mondo dell’energia, è sempre l’intenzione che guida il viaggio.

Detto questo risulterà più semplice capire perché non si può dire con facilità che bere Ayahuasca o Santo Daime sia la stessa cosa.

Partecipare a un rituale di Santo Daime indirizza in luoghi dello spazio-tempo, in aree del mondo invisibile, ben determinate e circoscritte: circoscritte dalla impostazione Cristiano-misterica del culto stesso. Dai canti che accompagnano il rituale, all’energia infusa nella bevanda – dal momento dalla raccolta degli ingredienti fino alla preparazione e alla cottura – tutto è rigorosamente ritualizzato in una matrice neo-cristiana. Se ci si vuole passare il termine.

Da questo punto di vista, partecipare a una cerimonia sciamanica di Ayahuasca, o assumere Ayahuasca da soli, in qualità di psiconauti fai-da-te, sono cose diverse. La porzione di ‘altra realtà’ a cui si avrà accesso dipenderà da fattori non altrettanto certi e riconoscibili, quali l’energia dello sciamano/facilitatore che conduce la sessione in un caso, o le nostre inclinazioni personali e la nostra personale energia, nell’altro.

Questi aspetti non sono da sottovalutare quando si decide di sperimentare l’Ayahuasca, e devono essere presi in considerazione quando si sceglie con chi, in quale contesto e in quale tradizione, si vuole camminare.

Conclusioni

Per qualcuno la limitazione di un ambiente ‘sicuro’ e delimitato, e dichiaratamente pervaso da influenze della tradizione Cristiana, può essere un limite e un impedimento alla libera esplorazione dei territori psichici. Per altri può essere una protezione e una guida, una certezza di non incappare in incontri poco gradevoli e di camminare in un terreno ‘bonificato’. L’importante è, come sempre, essere consapevoli di quello che si fa.

Purtroppo non è facile accettare queste raccomandazioni per le persone neofite, perché la nostra cultura è totalmente priva di nozioni sane e reali riguardo al magico, allo spirituale. Quindi alla maggior parte delle persone alle prime armi queste cose sembreranno fantasie senza fondamento. E penseranno che ciò che causa il viaggio in cui si vogliono cimentare (per motivi di cura o per ricerca psico-spirituale) siano le componenti chimiche dell’Ayahuasca. Che assumano Ayahuasca, Anahuasca, Pharmahuasca, DMT, Santo Daime, o qualsiasi altra formula che induca lo stesso effetto psichedelico, per loro non farà molta differenza.

Invece la differenza c’è. C’è, ed è molto evidente, e si manifesta anche in modi molto oggettivi.

Per loro dunque concluderò citando un un articolo scientifico redatto per l’ONAP (Osservatorio Nazionale per gli Abusi Psicologici):

 

“…per quanto riguarda gli effetti relativi all’assunzione di Ayahuasca in un contesto ritualistico tradizionale, non sono stati evidenziati effetti farmaco-tossicologici avversi degni di nota clinica. Diversamente, per quanto riguarda gli effetti derivanti dall’assunzione degli analoghi dell’Ayahuasca (Anahuasca) o di suoi derivati sintetici (Pharmahusca) all’interno di un contesto ricreativo estraneo ad un contesto ritualistico-religioso tradizionale, sono stati rilevati casi di intossicazione ed un decesso (Tupper, 2008; Frison et al., 2008; Sklerov et al., 2005). Questa differente risposta tossicologica si ritiene possa essere dovuta alla diversa struttura chimica dei principi attivi presenti nelle preparazioni (Ayahuasca vs. Anahuasca/Pharmahuasca) ed alla loro differente metabolizzazione.”

 

Se dunque non si vuole credere che l’incursione nei modi sottili o spirituali può cambiare moltissimo – anche in modo drammatico – a seconda del contesto in cui avviene, almeno ci si lasci convincere dagli studi di tossicologia – oggettivi – sopra menzionati. Qui viene infatti ribadito che, in contesti cerimoniali e religiosi la tossicità dell’ayahuasca è pari a zero, mentre in contesti ricreativi, improvvisati e privi di tutte le cautele di cui abbiamo parlato sopra, la pericolosità cresce esponenzialmente.

Che sia Santo Daime o Ayahuasca quindi – che hanno pari dignità, storia e tradizione alle spalle, tali da poter garantire la sicurezza dell’assunzione – occhio sempre a chi vi allunga il bicchiere. Massima cautela e massima ricerca di informazioni prima di dire quel fatidico ‘si’, che può cambiare notevolmente la vostra vita.
Per far si che il cambiamento sia davvero in meglio.

Simona Adriani

Si laurea in Sociologia nel 2001 alla Sapienza di Roma, con una tesi sull'uso contemporaneo di sostanze psichedeliche. È ricercatrice spirituale dal 2004 e apprendista di medicina tradizionale amazzonica dal 2017. È autrice della trilogia autobiografica "Storia d'Amore e d'Ayahuasca".

1 commento

  1. Grazie, mi interessa

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