In seguito all’omicidio della Maestra Olivia Arévalo gli indigeni Shipibo hanno fatto quadrato per affrontare il problema dello sfruttamento iniquo della loro medicina ancestrale da parte degli occidentali.
FONTE: http://realitysandwich.com/323245/in-the-declaration-of-yarinacocha-shipibo-healers-organize-to-resist-spiritual-extractivism/
Lo scorso Aprile un turista ayahuasquero canadese è arrivato in motocicletta presso il villaggio amazzonico di Victoria Gracia, ha cercato Olivia Arévalo Lomas, una venerata Maestra curandera di 81 anni, ha tirato fuori una pistola e ha ucciso la donna. Fino a quel giorno Victoria Gracia era stato un calmo e in qualche modo decadente insediamento poco distante da Pucallpa. Dopo quel giorno è diventato un angolo di Perù impaurito e traumatizzato, i cui abitanti Shipibo sospettano di chiunque e di qualsiasi cosa intorno a loro.

I motivi e le circostanze di questo omicidio sono plasmati su voci, gossip e speculazioni. Ma l’evento è diventato di interesse per la stampa nazionale e internazionale quando l’omicidio della Maestra Olivia è stato repentinamente vendicato localmente, al di fuori dai canali regolari dello stato, che raramente si muovono per servire la giustizia locale. La polizia in uniforme è scesa nella comunità, cercando un paio di persone presumibilmente indiziate per via di un video registrato e diffuso da alcuni testimoni con un telefonino. Lo stato è stato investito pesantemente dall’esito del caso quando il governo Canadese ha chiesto alcune risposte e un parlamentare pubblicamente ha appellato il popolo Shipibo con il termine ‘selvaggi’.
Alcune ONG si sono sentite in dovere fare qualcosa, ma con scarse idee su cosa, mentre la crescente comunità ayahuasquera internazionale ha dimostrato la sua simpatia – con alcuni centri di cura che si sono prodigati nel diffondere note ai loro clienti stranieri rassicurandoli che non dovevano preoccuparsi, dovevano continuare a venire perché non erano in pericolo. Fuori dal Perù il movimento del ‘Rinascimento psichedelico’ ha onorato la Maestra Olivia dalle sue confortevoli case occidentali. Molti che neanche la conoscevano volevano organizzare eventi in suo nome, qui, lì, in Europa – sforzi che per la maggior parte erano sfacciatamente egoisti.
Il momento iniziale è sfumato. Le ONG hanno mollato, gli stranieri hanno dimenticato, e il turismo dell’ayahuasca è tornato alla sua abituale routine – arrivare, prendere la medicina, sentirsi uniti con l’universo, tornare a casa. Tuttavia, dato che i pubblici ministeri hanno emanato il primo ordine di carcere preventivo, mentre impedivano ai capi del villaggio di lasciare l’area, la comunità indigena è stata lasciata senza scelta. Non può prendere e partire. E’ ancora lì, intrappolata, assediata, cacciata e traumatizzata dagli eventi, dal continuo pattugliamento della comunità, temendo qualsiasi straniero che arrivi, aspettando ingiunzioni della corte senza alcuna risorsa per pagare una parcella legale, o la scuola, o la cura dei figli e delle famiglie che sono state coinvolte.
La ricaduta dell’assassinio della Maestra Arévalo Lomas è emblematica di un problema comune, ciò che stiamo definendo ‘estrattivismo spirituale’.
E’ stato con questo in mente e le lunghe ombre proiettate da questi eventi che il Consiglio Shipibo-Konibo-Xetebo (Coshikox) – il corpo rappresentativo dei 35.000 appartenenti alla comunità Shipibo-Konibo-Xetebo dell’Amazzonia Peruviana – ha convocato il primo convegno di praticanti di medicina ancestrale nella città di Yarinachocha, alla fine di Agosto.
Quasi un centinaio di persone sono arrivate. E sembrava proprio un evento storico, hanno formato un’unione di curanderi. “Il lavoro di cura e la battaglia per l’auto-determinazione… devono andare avanti per lo stesso cammino,” ha decretato l’unione nella sua dichiarazione finale, soprannominata la Dichiarazione di Yarinacocha.
Più spesso di quanto si pensi questi due mondi – la realtà politica e la cura spirituale – sono tenuti opportunamente nascosti l’uno all’altro. Come attesta la dichiarazione, le opportunità aperte dall’interesse internazionale per la medicina degli Shipibo, in particolare l’ayahuasca, sono giunte assieme ad altrettanti pericoli – e la sua popolarità ha fatto ben poco per mettere in luce altri problemi economici e socio-politici più complessi.
Centinaia di centri per l’ayahuasca sono spuntati in tutta l’Amazzonia. Avendo parlato con un gran numero di curanderi e lavoratori, crediamo che la maggioranza dei centri, per lo più di proprietà di stranieri, sfrutti i suoi impiegati, non gli paghi salari equi e spesso trascuri i loro problemi di salute. Molto pochi di loro sono preoccupati per la trasmissione della conoscenza alle nuove generazioni di Shipibo e la loro lotta politica per la sovranità territoriale.
A migliaia si radunano qui da oltreoceano per le loro cerimonie e parlano di espansione della coscienza, mentre la comunità Shipibo diminuisce fisicamente, con l’estrattivismo, la contaminazione e l’invasione del territorio, che esigono il loro tributo.
Nel caso del villaggio di Victoria Garcia per esempio, è toccato al Coshikox e al suo leader Ronaldo Suarez Maynas entrare in campo con il suo magro aiuto finanziario e legale. Suarez Maynas stesso è stato perseguitato per mesi dopo l’evento, perché aveva fatto delle affermazioni veramente forti e organizzato una marcia contro il parlamentare peruviano razzista Carlos Tubino Arias-Schreiber, che se ne era uscito chiamando gli Shipibo ‘selvaggi’. La polizia ha bussato alla sua porta in piena notte diverse volte. Ha ricevuto diverse minacce di morte, come molti altri leader indigeni e organizzatori ambientalisti aveva già ricevuto in passato.
Grazie al modo in cui il Coshikox si è organizzato politicamente contro le aggressioni dello stato, queste minacce sono state ritirate. Ma diversi organizzatori e molte comunità vivono con questa paura giorno e notte. Diversi leader di comunità sono stati intimiditi o persino incarcerati per cercare di fermare la deforestazione, per combattere contro gli interessi dell’olio di palma e questa brutale usurpazione della terra collettiva delle comunità indigene. Il turismo ayahuasquero non se ne preoccupa minimamente.

Raramente se ne dà menzione, ma i guaritori stanno uscendo dai loro villaggi per essere reperibili nei centri urbani più accessibili ai turisti. Le loro comunità sono lasciate senza cure mediche. Senza rimedi a base di piante l’unica opzione diventa prendere una barca e arrivare a una farmacia urbana. Questo è solo una parte della generale migrazione che sta rendendo la foresta ancora più vulnerabile, indebolendo le leadership delle comunità indigene.
Le ricerche dimostrano che le terre indigene hanno meno tassi di deforestazione che i parchi nazionali, le riserve naturali e i santuari privati. Nonostante ciò, malgrado tutte queste prove, gli indigeni come guardiani della foresta sono spesso lasciati da soli ad affrontare i loro problemi. Come attivista Shipibo, Robert Guimares Vasquez lo ha dichiarato in un potente intervento durante il convegno: “Una comunità indigena che perde i suoi curanderi è condannata a perdere anche il suo territorio.”
Le persone arrivano in Amazzonia per curare sé stesse dalle specifiche malattie delle società industrializzate e individualistiche – dalla dipendenza alla depressione, ai traumi di natura sessuale, militare o altro, fino ai disordini alimentari e malattie che non trovano vera cura nel panorama della medicina Occidentale. Poi tornano indietro, ma lasciano tracce dei loro malanni, scie di ineguaglianza, frustrazione, violenza e a volte cause legali. Ma la loro coscienza si è espansa! Hanno sperimentato la via della luce!
Questo è estrattivismo spirituale.
Dobbiamo riconoscere che il turismo dell’ayahuasca è parte di una più vasta ecologia spirituale e politica economica, parte di una struttura globale di diseguaglianza, di capitalismo predatorio e di stile di vita Euro-Americano con la sua sete di crescita, del militarismo rampante e delle corporazioni di stati che ogni giorno colpiscono la salute dell’Amazzonia e dei suoi popoli.
Aiuteranno, gli illuminati e chi ha trovato guarigione, la travolgente lotta contro le grandi compagnie che mangiano la foresta e distruggono il territorio delle vere comunità Shipibo, da cui stanno ricevendo così tanti benefici? Metteranno i loro corpi e le loro risorse in prima linea? O saranno parte di ciò che Franz Fanon, riferendosi al colonialismo, chiamava ‘il più grande organismo di violenza’?
Ogni volta che qualcosa accade ai turisti, le notizie rimbalzano nella stampa. Ci sono indagini legali internazionali. Gli occidentali, spesso preoccupati del loro benessere, e i politici, preoccupati della reputazione dei loro paesi, chiedono regolamentazioni. Ma questo è fuorviante. Le questioni regolamentate dallo stato hanno spesso remato contro i gruppi indigeni.
Per esempio il Ministro della Cultura, che in alcuni casi ufficialmente supporta e riconosce i praticanti, e il Ministro degli Affari Interculturali, incaricato delle questioni indigene, hanno entrambi combattuto cause contro la legge delle ‘consultazioni preventive’ – duramente conquistata –, con cui è richiesto che lo stato e le industrie private consultino ed ottengano l’approvazione delle comunità interessate, prima di avviare i grandi progetti che colpirebbero le loro vite e i loro territori.
Allo stesso modo, le aree ufficialmente di conservazione, nel nome della protezione dell’ambiente, hanno spesso ostacolato la vita delle comunità indigene stanziali forzandole a un ricollocamento, mentre i loro cosiddetti ‘alleati’ sognano avventure di eco-turismo.
Gli organismi di regolamentazione spesso favoriscono i predatori.
L’unione dei guaritori e l’adozione della Dichiarazione di Yarinacocha interrompe la consueta chiamata alla regolamentazione statale e alla protezione degli stranieri. Prendendo posizione contro l’estrattivismo spirituale e in favore dell’auto-determinazione degli Shipibo, capovolgono la medaglia: dove devono essere reindirizzati i turisti e la loro depredazione economica, spirituale e culturale?
Seguendo i due giorni di discussioni complesse e aperte, e le rigorose deliberazioni in linguaggio Shipibo – includendo argomenti che vanno dal colonialismo al turismo, alla scienza, alla religione, all’integrità del territorio, salari equi, sfruttamento e abuso, fino alla trasmissione della conoscenza intergenerazionale, politiche statali, la condizione economica e politiche delle comunità Shipibo, e i diritti collettivi e individuali – la convenzione ha rigettato i termini “sciamano” e “sciamanesimo” in quanto importazioni che non rispettano la specificità storica del loro lavoro: il termine Shipibo Onanya è stato adottato, con la qualifica di Medico Ancestrale (Maestro o Maestra di Medicina Ancestrale).
L’Unione fa un potente richiamo quando delibera che in termini storici, pratici e metodologici, le cure tradizionali e gli esperti in piante medicinali sono stati parte di una resistenza anti-coloniale e devono rimanere tali. In totale solidarietà con la battaglia degli Shipibo-Konibo-Xetebo per la sovranità e la comprensione che la medicina tradizionale è una pratica politica, sottolineiamo il nostro totale supporto alla dichiarazione e ai suoi principi, e sollecitiamo tutte le organizzazioni straniere, i visitatori e i consumatori della medicina Amazzonica a seguire questi principi, e a chiedere a sé stessi in che modo stanno contribuendo a questa battaglia.

Dichiarazione di Yarinacocha
Emessa il 19 Agosto 2018 durante il Primo Congresso dei praticanti Tradizionali di Medicina Shipibo-Konibo-Xetebo
Preoccupati che la conoscenza di piante e pratiche degli Onanyas – Medici Ancestrali – vadano perdute e non saranno trasmesse alle nuove generazioni;
Riconoscendo le ripercussioni del colonialismo, basato sullo stato e sull’educazione Occidentale, e l’invasione dell’industrializzazione, che ha messo in pericolo le pratiche ancestrali e la conoscenza del Popolo Shipibo-Konibo-Xetebo;
Riconoscendo la grande espansione del turismo spirituale nei territori Amazzonici, e che gli interessi internazionali portano con sé opportunità almeno tanto quanto pericoli per lo sviluppo in corso della conoscenza ancestrale;
Riconoscendo l’importanza della coordinazione e dell’intesa tra gli Onanyas per confrontarsi con le opportunità e discutere strategie per contrastare i problemi delle nostre comunità, che sono stati drammaticamente sottolineati dall’assassinio della Maestra Olivia Arévalo Lomas;
Dichiariamo che:
- Data la storia, le pratiche e la metodologia, le cure e le conoscenze di piante medicinali Shipibo-Konibo-Xetebo sono forme di pratiche anticolonialiste e conoscenze in grado di resistere, trasformarsi e riconfigurarsi di fronte a ogni difficoltà e sfida. Così i curanderi, gli insegnanti, i praticanti devono restare coscienti e fieri di coltivare la natura anticolonialista delle loro pratiche
- Il lavoro di cura e la lotta per l’auto-determinazione non sono separabili. Devono svilupparsi nella stessa direzione.
Di conseguenza, noi:
- Adottiamo il termineOnanya – Guaritore Ancestrale per rimpiazzare il comune termine ‘sciamano’ e ‘sciamanesimo’, terminologie importate che non si applicano storicamente alle particolarità della nostra cultura.
- Suggeriamo che gli Onanyas si focalizzino nell’istruzione e la preparazione della gioventù Shipibo, specialmente nelle comunità, così da contrastare l’appropriazione culturale degli apprendisti stranieri che numericamente oscurano quelli locali, perché la nostra popolazione giovane non ha risorse economiche comparabili per impegnarsi in lunghi periodi di apprendistato.
- Invitiamo gli Onanyas, i praticanti, i lavoratori e gli studenti (indigeni come anche stranieri) ad essere coscienti delle politiche della sovranità Shipibo, e a contribuire alla battaglia per l’auto-determinazione culturale, economica e sociale.
- Proponiamo di fondare una scuola, ‘Scuola Meraya’ (in accordo con i valori di questa dichiarazione) che voglia includere formazione in medicina delle piante, politica e arte, come anche tecnologie digitali, vegetali e spirituali.
- Ricercheremo lo sviluppo di un meccanismo con cui gli stranieri, avvantaggiandosi della medicina indigena, il lavoro di cura e spirituale, siano capaci di contribuire allo sviluppo culturale e politico del Popolo Shipibo-Konibo-Xetebo e del loro cammino di autodeterminazione; questo meccanismo potrebbe includere, per esempio, una tassa o un contributo per ogni ‘pasajero’ (paziente straniero) da donare ad organizzazioni tipo la ‘Scuola Meraya’.
- Invitiamo gli Onanyas ad unirsi all’Associazione Shipibo-Konibo-Xetebo di Onayas/ Medici Ancestrali, in modo che possano contrattare all’unanimità le richieste dei loro diritti e di giuste ed eque retribuzioni.
***
Il Centro Shipibo Conibo è un progetto artistico nella forma di un’organizzazione culturale no-profit realizzato per promuovere e perpetuare la creazione di stili di vita, conoscenza e sovranità del popolo Shipibo Conibo dell’Amazzonia Peruviana.
Consiglio Shipibo-Konibo-Xetebo (Coshikox)
http://www.coshikoxperu.org/

Questo articolo è stato tradotto dall’originale e l’autore dello stesso è menzionato all’inizio del testo. Per conoscere maggiori informazioni sull’autore seguire il link che cita la fonte.
Grazie per ciò che fate, grazie per ciò che siete, guardiani della foresta e custodi della conoscenza. Che il grande spirito protegga il cammino di ognuno di noi, illuminando il sentiero che conduce alla pace e alla fratellanza universale. Grazie
Grazie!